giovedì 15 gennaio 2009

L'ideologia è in ottima salute

Un articolo sul Tirreno, credo dell'ultrà "democratico" Bruno Manfellotto (cricca di Repubblica, più o meno), nel quale si accusa di ideologia il Ministro brasiliano che ha negato l'estradizione di Cesare Battisti, mi conferma che sebbene molte ideologie siano in crisi ce ne sono alcune che prosperano.

E siccome io al concetto di ideologia ci tengo, se l'ideologia in sé prospera sono contento.

Come ideologie che prosperano, mi riferisco in particolare all'ideologia di Manfellotto, del Tirreno, di Repubblica: non certo alla mia o a quella -presunta- del ministro do Brasiu.

Mi spiego: siamo tutti scandalizzati per il processo ridicolo in base al quale è stato condannato Sofri, basato su un teste che definire inattendibile è poco e svolto con evidenti intenti persecutori da parte di quell'Italia destrerrima, talmente destra che non si ammanta nemmeno della "modernità" del PD, quella ultrareazionaria ben rappresentata da Libero, da Il Giornale, dai poliziotti di Bolzaneto e via horrescendo.
Dicevo, siamo tutti scandalizzati da una (in)giustizia traviata in questo modo, e per Sofri c'è chi ha raccolto firme e fatto altro nonostante il personaggio sia tutt'altro che simpatico perché ci pareva giusto e saggio cercare di lottare perché la legge pur borghese fosse quantomeno amministrata con equità e senso (non ridete troppo forte, dai, non è educato...).

Quando però si passa a Cesare Battisti, non l'austromarxista irredentista trentino, bensì lo scrittore di gialli con un passato opinabile, ecco che la capacità di scandalizzarsi e l'ansia di verità improvvisamente spariscono.
Anche nel suo caso, infatti, c'è stato un processo ridicolo basato su un pentito sbugiardato decine di volte, ma tutte le campagne fatte a favore di Sofri, tutte le voci illustri che si sono levate in occasione del processo per l'omicidio Calabresi, nel caso Battisti hanno religiosamente taciuto.
Come mai?

C'è il discorso della lobby di Lotta Continua, certo, ma io credo sia più un fatto di ideologia: Sofri si è "democratizzato", ha scritto a favore dell' "intervento umanitario" dell'ONU, è un "democratico" -nella triste accezione odierna- fatto e finito quindi è simpatico: alla ultradestra no, ma diciamo che alle persone "normali" sì -e se non simpatico, almeno può essere difeso.
Battisti no; ed era anche in un gruppo politico comunista, ha rinnegato la scelta violenta ma non si è cosparso il capo di cenere, invece di fare l'italiano che parla parla ma al momento giusto piagnucola perdono si è pure messo ad esultare quando l'hanno liberato (strano, eh?): imperdonabile, sputiamogli addosso!

Non lo sa che in Italia senza un po' di teatro non ottieni nulla? Non lo sa che in Italia devono scattare la lacrimuccia e la sceneggiata, e che per farti perdonare o difendere devi far sentire superiore a te chi ti appoggia, che devi metterlo nella condizione di dire "vabbè, oggi sono buono e ti perdono ma guai se ti fai vedere felice o libero: lo faccio perché mi devo sentire buono, mica perché è giusto"?
Poveretto, ci credo che viveva in Francia e in Brasile, qui che ci stava a fare?

E' debole la mia ricostruzione? Sì, non lo nego: ma è quella che fa fare ai media una figura migliore, perché sennò dovremmo pensare che tutti quelli che ci lavorano sono, o sono diventati, deficienti e/o ignoranti, che danno le notizie senza saperle.

Preferisco pensare all'ideologia: come diceva quello "meglio un bastardo di un cretino: il bastardo ogni tanto si riposa".

Qualche link:


Uno
Due
Tre