(H) ERO IN
Ero in bagno a svuotar le budella
e non sono venuto ad aprire;
ero in strada, e la telefonella
non sentii, non sentii il suo squillire.
Ero in vena di dire minchiate
e non mi son tirato, no, indietro;
ero in buona, ma se le minchiate
poi le senti ti vien l’umor tetro.
Ero in auto e ascoltavo la radio,
un cantante che adesso è pulito;
ero in fallo e perciò nell’armadio
mi nascosi, sfuggendo al marito.
Ero in ansia per la generale
situazione politica stolta.
Ero in area: assist diagonale,
quello che liscio ogni santa volta.
Ero in classe a spiegare italiano
ma pensavo a tutt’altro, lontano;
ero in mezzo ad un bosco nel piano e
non sapevo il pioppo dall’ontano.
Ero in mezzo ai casini pesanti
e cercavo l’occhio del ciclone;
ero in abiti buoni, fiammanti,
e facevo il mio bel figurone.
Ero in atto, dopo la potenza,
ma è finito interrotto, mancato;
ero in vena – ma va’? – di demenza
ed indietro non mi son tirato.
11 febbraio 2010