mercoledì 11 maggio 2011

Che tocca fa’?

(di solito è un’affermazione sconsolata, qui la pongo come domanda).

Dico, che tocca fa’, mi chiedo, per essere governati come si deve (stavo per scrivere “come Cristo comanda”, ma in Italia non mi pare il caso)?
Rimuovere chi governa male? Pare facile: è quello, certo, ma come in arte, il “come” è importante quanto il “cosa” e lo determina anche. In passato qualche malgovernante lo abbiamo rimosso, sì, ma con quali esiti?
Per rimuovere i Borboni dal Sud ci sono voluti volontari di popolo e un esercito esterno: miglioramento, ma dopo 150 anni dire che al Sud si può esultare sarebbe troppo.
Per togliersi dalle balle Mussolini, invece, si è provata una variante dello stesso cocktail: rivolta popolare e invasione straniera. Il secondo elemento del mix, però, ci ha portato 50 anni di DC.
Per prendere a pedate costoro, allora, col voto non è andata bene (se non parzialmente e localmente); una volta applicata la soluzione alternativa dei giudici nel ’92, però, il risultato si è visto (è quello che ci fa porre la domanda).
Quindi abbiamo provato di nuovo a toglierci daico il nefasto risultato-che-si-è-visto col voto, di nuovo; ma l’effetto è durato poco e non ha portato significative inversioni di rotta.
Dunque? Una volta provate tutte, che tocca fa’?

"Una bella rivoluzione di popolo VERA!", diranno i miei 25 lettori - e nel cuore lo direi pure io.
Ma è una soluzione che Asor Rosa ha scartato in un editoriale nel quale diceva che non ce ne sono le condizioni (e vista l'ignoranza diffusa temo abbia ragione, lì e quando dice che sarebbe anche peggio).
Era lo stesso editoriale nel quale, da una serie perfettamente logica di argomentazioni (in sintesi: se attraverso il rispetto delle regole democratiche si finisce per svuotare la democrazia, allora per salvare la democrazia bisogna ricorrere a una soluzione antidemocratica), il nostro faceva scaturire una soluzione illogica (una sorta di colpo di stato delle forze dell’ordine).

Naturalmente la quasi totalità dei commentatori ha contestato l’articolo concentrandosi sulla conclusione inaudita, con una modalità di ragionamento al contrario: siccome ho deciso (magari a priori) che la conclusione è sbagliata ALLORA è sbagliato anche il resto. Evitando così di rispondere alla prima parte, che per molti sarebbe stato fonte di serie difficoltà e di imbarazzo.
Così hanno tralasciato invece il bello dell’articolo, ossia le sfide logiche poste anche da una conclusione che non piace neanche a me.

La prima sfida era semplice: le argomentazioni sono queste, e tornano; l’unica soluzione che ne consegue è questa, ed è insensata; e dunque?

(il che mi fa pensare che AR stesse facendo una richiesta: “a me di conclusione viene questa, voi ne avete di migliori?”)

Ma questa ne implica e presuppone una più generale, sul senso complessivo dell’articolo; questione che si può definire aristotelica, nel senso che a questo punto i casi sono tre:

a) Da qualche parte, nella catena del ragionamento, c’è un passaggio sbagliato, o un argomento omesso, quindi è normale che la conclusione sia insensata.
b) Il ragionamento è giusto ma la conclusione non è l’unica possibile: bisogna dunque trovare l’altra o le altre.
c) Il ragionamento è giusto e le conclusioni pure.

Non si esce da queste tre alternative (anche quelli partiti dalla conclusione per criticare l’articolo, di fatto hanno abbracciato l’ipotesi a) .
Personalmente, non condivido la a) ma tenderei a rifiutare anche la c): soprattutto perché temo che qualche potere forte ne approfitterebbe per stabilire un ordine ancora più repressivo, invece che restaurare la democrazia come auspica Asor Rosa.

Il quale, probabilmente si ricorda male gli anni ’70:
è vero, infatti, che nel ’74 finì la lunghissima dittatura portoghese grazie ad un colpo di stato militare (dopo il quale furono indette elezioni che gli stessi militari, se non ricordo male, persero: più democrazia di così…); ma quelli erano, ebbene sì, militari sessantottini (già: c’era stato il ’68 anche in Portogallo. Poi riparliamone male…), in pratica comMunisti;
mentre negli stessi anni, in Italia, settori delle forze dell’ordine e dei servizi segreti davano prova di tutt’altro orientamento, sia ideologico che di rapporto con le istituzioni democratiche – ed è questo un altro motivo per il quale la soluzione proposta da Asor Rosa mi convince zero, forse il principale (non credo infatti che rispetto ad allora abbiano cambiato significativamente mentalità).

E dunque probabilmente è vera la b) e dobbiamo raccogliere la sfida e capire quale sia la soluzione possibile, capire appunto che tocca fa’ (domanda che, a quanto pare, nella storia dei movimenti ricorre spesso, vedi Cernysevskij e Lenin: che sia diventata "che tocca fa’ " dice tanto su dove siamo).

Però va detto: un articolo che fa incazzare tutti, da Giuliano Ferrara agli anti-imperialisti fino a quelli che si divertono a provocare facendo gli “scorretti” sempre e comunque, qualcosa di buono ce la deve avere per forza.
Non si scappa.