mercoledì 27 giugno 2012

Dove sorge il sol...

Ampliando Rimbaud, posso dire che anche io, più di qualche volta, ho "embrassé l'aube d'été".
E non solo d'estate ma anche d'inverno. Non come certi amici con bioritmi ed orari da vampiro, d'accordo, però più di qualche alba l'ho vista.
I motivi potevano essere tanti: una serata con gli amici andata per le lunghe, o qualche notte d'amore (quelle che Panella definisce meravigliosamente il furore e il gelo delle notti aurore), specie se il corteggiamento si è preso una parte lunga della serata; sennò qualche viaggio notturno, qualche serata da dj - quelle che a metà anni '90 mi hanno fatto innamorare definitivamente della campagna dei dintorni pisani (insieme a qualche turno di vigilanza, nello stesso periodo, alle strutture della festa di Rifondazione di Asciano), il ritorno da un concerto lontano, discussioni di chiarimento, ecc...: a un certo punto, magari non vedevi il cielo più chiaro, però cominciavi a sentire gli uccellini e pensavi "Oops... stanotte ho sghiozzato" (per dirla alla pisana: mi sono comportato come un grezzo che non conosce misura).

Ma c'era della bellezza dietro quei mattini raggiunti da dietro, c'erano delle esperienze piacevoli.
Certo, c'erano anche quelli che vedevi per preoccupazione, per ansia, per incazzatura o per un caffè bevuto troppo tardi: questi casi c'erano insieme a quegli altri, ci sono sempre stati (quelle da insonnia neonatale, invece, sono una novità tarda).
Il guaio è che andando avanti con l'età diminuiscono sì le albe che vedi, ma soprattutto perché il primo insieme, quello di quelle belle, si assottiglia fin quasi a sparire; e questo ovviamente non è piacevole, alla faccia della vita più regolare.

Per questo quando l'altra notte ho fatto le 4:30 per scrivere questa recensione

http://www.sentireascoltare.com/recensione/10290/u2-achtung-baby.html

sono stato contento; e parecchio.
È proprio vero: senza il rock'n'roll avremmo vissuto peggio.


martedì 26 giugno 2012

Note al volo sul concerto per l'Emilia


Ci voleva un terremoto per vedere Raffà-Guccini sullo stesso palco.
La Caselli steccava, Ligabove no; ciononostante, mille Caterine forever.
D'altronde, erano 42 anni che non cantava su un palco-io però la batto: quasi 43.
Curreri, con quell'aria mista di impiegato, nerd e boy-scout e quella voce da cornacchia, è uno dei frontman rock più improbabili: però a suo modo funziona.
Non bastava il terremoto, bisognava anche accanirsi col duetto Cremonini-Pausini (che se possibile è quasi più sguaiata della Nannini: un successo che non mi spiego)..
Ma com'è bella la corista di Mingardi più vicina alla telecamera.
Che concerto per l'Emilia nè uno senza gli Offlaga, senza Le luci della centrale elettrica, senza gli SKIANTOS?
Bella l'Ave-rsione dell'Ave-Maria, benché io continui a preferire quella di Christian De Sica in Borotalco...

E Vasco, Vasco dov'era?

mercoledì 20 giugno 2012

Il neo-docente in vacanza (Hallelujah 1)


(sulla musica della canzone di Leonard Cohen)

E finalmente è giunto il dì
che il precariato andò a finir
e che chiusi quest'epoca mia buia;

avevo perso ogni decor,
mò invece faccio il professor
al provveditor canto Alleluia!!
Alleluia, Alleluia....

È stato ma° parecchio dur
esser senza idea di futur,
a affrontar l'ansia sembravo Tetsuya;

e anche se incombe distruzion
sopra la pubblica istruzion,
rilassomi e prorompo in Alleluia!!
Alleluia, Alleluia....

Quest'epoca dà il mammadron*
e non fanno certo eccezion
i giovani cui insegno, porca truia!!

Ma per infine lavorar
li posso pure perdonar,
simpatici - ma non da di' Alleluia!!
Alleluia, Alleluia....

E dopo un po' che ci ho a che far
stremato sogno quando finirà,
sogno un piatto di pasta con la 'nduja**;

Mi sogno i giorni di vacanza
in cui l'uomo si spaparanza
a quattro di baston grido Alleluia!!

Alleluia, Alleluia....

__________________
° Forma toscana che rafforza mettendo il "ma" in mezzo, a dire "puoi dire quello che vuoi ma la verità è che...". * Disagio continuo e prolungato. ** L'immagine suggerisce che la vacanza detta nel verso successivo possa svolgersi ad esempio in Calabria.

mercoledì 13 giugno 2012

Le leggi del nerd

Tra i modi sicuri per riconoscere un nerd (che in italiano sarebbe "secchione" ma non solo: un nerd è secchione anche in alcune branche del sapere non strettamente scolastiche, tipo informatica e fantascienza) ci sono le leggi - pardon, le TRE leggi - della robotica di Asimov.
Il nerd le cita a memoria quando può anche in modo forzato, contento evidentemente di ricordarsi qualcosa che sembra profondo e che invece non ha nessun senso al di fuori dell'ambito in cui sono state create, ovvero i racconti di Asimov con protagonisti o co-protagonisti dei robot. Così fa il coautore di uno degli ultimi numeri di Julia (Maurizio Mantero, coautore del n. 163, "Rilancio al buio"), che le cita in modo funzionale, ma appunto un po' forzato, dimostrandosi un nerd senza ombra di dubbio*.
Per Asimov queste leggi erano un limite imposto a questi esseri senzienti dai loro inventori, che servivano ad evitare che i robot facessero del male agli uomini.
Di fatto, però, erano un ostacolo che lo scrittore si imponeva come sfida per movimentare le trame, come gioco narrativo: al di fuori di quei racconti le può citare solo un nerd, perché fuori da quelle storie non hanno senso, non funzionano come metafora o sintesi di nulla, non sono applicabili a niente, e i robot nel nostro mondo sono macchine meccaniche che fanno quello che gli dici (e spesso fanno SOPRATTUTTO male agli umani).
Anzi, nel mondo reale secondo quelle leggi non ci fanno nemmeno gli esseri umani. Basta leggere quello che fanno/dicono/propongono Monti e la Fornero per capirlo.
Che tra l'altro sono due nerd della Bocconi, tra l'altro.





*Poi magari è stato Berardi, e non il coautore, e il discorso mi salta. Ma non del tutto, credo.