martedì 9 aprile 2013

TUTTO AZZECCATO, BABY.

Piantiamola un po' coi piagnistei e i complessi: quello che abbiamo sempre detto era...


TUTTO AZZECCATO, BABY.


In quei palazzi dov'è opaco il vetro,
palazzi grigi-cemento e -potere
dove l'intento è tetro
ma, pur nascosto, si fa ben vedere,
nulla si salva, non certo l'umano
di cui rimane niente:
chi li abita e comanda ne è lontano,
chi ne è regnato è cifra solamente.

Sono anni che è così, tipo duecento,
da prima dei partiti
(poi in altri tristi palazzi ingrigiti),
da quando solo qualche movimento
diceva già questo, che era evidente
a chi non è cecato,
lo dicevamo ed era, chiaramente,
tutto azzeccato.

Che quel po' di ricchezza, bricioline,
che viene dal mercato
tanto mondo, primo e terzo, alla fine
l'avrebbe sangue e catene pagato;
che ogni rapporto umano
sarebbe diventato un'altra merce
che segue, come l'oro - ma anche il guano -
le sozze del mercato leggi e lerce
- e non è strano,
specie dopo che il buon Karl l'ha spiegato:
ovvio perciò che, altro che ulivi e querce,
noi invece avevamo azzeccato,
baby, tutto azzeccato.

Che dopo aver risistemato
l’Italia anche sui monti col fucile,
che dopo avere il ventennio archiviato
darsi a dei maneggioni baciapile
significava 40 di bile
per 40 anni lo abbiamo sgolato;
che la novità social(iber)ista
t’avrebbe fregato;
e passar poi a un cumenda piduista
saccente e liftato,
sarebbe stata cosa invero trista,
tutto azzeccato;
che rimpiazzarlo dopo co' un banchiere
(che io vorrei sapere
davvero a chi piace)
che la politica fa con l'orbace,
sarebbe stato identico a cadere
dalla padella nella brace;

che la deregulation
imposta a ferro e forza
t’avrebbe dato poca satisfaction;
che lanciarsi nella demente corsa
a presunta ricchezza
che doveva venire dalla Borsa
e dalla sua stoltezza
sarebbe risultato una schifezza;
quella contrattazione
dove corre un cavallo iperdopato
e il ricco vince i soldi del coglione,
dove la sola redditizia azione
è starne lontani: tutto azzeccato.

Che dal crollo del Muro
un cavolo ci avremmo guadagnato,
che iniziava un periodo ben più scuro
l'avevamo gridato;
con buona pace di Edo Bennato
che invece s'è affrettato
a rimettersi a fa' il predicatore
(ma dopo: bella forza) e ha "rinnegato",
cantando più che altro con livore,
la logica, però, e chi gli avea dato
parecchio, ossia quel pubblico impegnato:

tutto azzeccato, Edo,
tutto azzeccato.

E adesso che le banche
ed altre delinquenti istituzioni,
che i re delle palanche
ci tengono stretti per i coglioni
(non solo, ma anche
con l'intenzione seria di strizzare:
cosa non nuova, ma ha un lungo passato),
che ne diffidavamo
mi tocca ricordare,
e che anche ciò, di ciò che dicevamo,
era tutto azzeccato.

E basta vergognarsi, diamci un tajo,
per qualche - lo so, tragica - idiozia
combinata da qualche macellaio
che più che del movimento operaio
è nella storia della psichiatria:
rimestare, a che serve?
Certo, di errori abbiamo accumulato
caterve,
tra cui cadere, al voto, nelle spire
del capitalismo ben temperato -
cui almen possiamo dire
di non aver mai davvero abboccato -
qualcosa speriam d’avere imparato;
resta che ciò per cui abbiamo lottato
sempre, era azzeccato tutto,
baby:
tutto azzeccato.