martedì 30 settembre 2014

Una (parte di) mattinata con Lynch a Lucca

Allora, stamattina a Lucca per la lezione di cinema di Lynch.
Chiaramente, arrivando verso le 11 ora di inizio, davanti alla chiesa di San Francesco c'era già una discreta fila, ma nulla di trascendentale.
Invece la gente era già entrata tutta, comprese le scolaresche che erano le uniche che potevano prenotare i posti, e non facevano più entrare: mica perché fosse piena, ma perché erano finiti i posti a sedere e per motivi di sicurezza hanno chiuso gli accessi.
Da testimonianze in loco, pare che in occasione della messa di Pasqua tutti sti problemi non se li facciano e la gente stia in piedi a folle, ma per rompere le balle a qualche cinefilo, lasciato fuori a vantaggio di scolaresche che chissà che voglia ne avevano, invece sì.
Inizia l'iniziativa e da fuori partono un po' di proteste: la sera prima, per il concerto, avevano messo lo schermo fuori, oggi manco due altoparlanti per sentire che diceva. E siamo nel 2014.
A quel punto i simpatici e previdenti organizzatori, quelli che invitano Lynch ma non sanno che è famoso, chiudono proprio il portone.
Venutemi tutte le idee anarchiche possibili sul trattamento delle chiese, e con la certezza che la mia usuale solidarietà verso i festival culturali cui tagliano i fondi, nel caso in futuro toccasse a questo, funzionerà esattamente come la loro idea di sicurezza, resto lì e aspetto non so cosa - non prima di caffè e dolce.
Alle 12:30, rimasti lì io e una ragazza a contemplare la piazza, aprono le porte e ci fanno entrare ("prego prego, ci sono anche dei posti a sedere liberi" - !?!?), così sento l'ultimo paio di domande e assisto alla presentazione della Lucca virtuale in cui a un certo punto trovi i video lynchiani.
Il passo successivo è il tentativo di andargli a dire "grazie dei grandi film" e farmi firmare, che ne so, o il libro o Strade perdute, o Mulholland Dr., ma anche lì è a selezione: una folla intorno all'altare che piano piano, a furia di aspettare, si dirada, mentre lui sta è nel retro, diciamo l'abside, e qualcosa firma, più che altro distribuisce foglietti con autografi, uno dei quali tocca anche a me perché una ragazza si gira e fa "chi lo vuole?".
Io preferisco la personalizzazione degli oggetti, ma ho già capito che non la avrò e dunque foglietto.

Guardando la chiesa da dentro, è in effetti difficile pensare un posto più grande in cui avrebbero potuto farla, quindi ok, la gente era troppa nonostante il lunedì mattina; ciononostante, organizzazione veramente carente, e in piedi ci saremmo entrati, e casini analoghi ci sono stati, mi dicono, anche per gli altri incontri. Signori del Lucca Film Festival, vi do una notizia: Lynch non è Neri Parenti, i cui film attirano masse di spettatori i quali però non andrebbero mai a un incontro con lui. Lynch ha un pubblico di cinefili che agli incontri ci vanno, più i curiosi, più i presenzialisti. La prossima volta, visto che sarebbe il vostro mondo, magari cercate di saperlo.



Alla fine, sul palco/altare compare uno che pare proprio Ghezzi. Presente Enrico Ghezzi? Quello i cui discorsi sono MOLTO più comprensibili di certe scelte organizzative.

giovedì 4 settembre 2014

Parigi 2014




PARIGI 2014

A cena a casa
de mi' sorel,
si vede il faro della torre Eiffel

A cen da amico
dopo anni venti,
scroscia la fontana degli Innocenti

Poi sotto terra
vo e prendo il tren,
cambio a Michelangelo Grinderman

Mi stanco e godo
come un suino
nello stremarmi di metro e cammino.

E anche l'erede
quanto cammina!
Pensa che a Viareggio ancor passeggina.

Schioppa di folla
Tertre a Mont Martre:
non so, vogliamo porta' quarcun artr?

Olio su tavolo e
sedie turiste,
così la place, triste, più non esiste.

Ma è sempre bella,
mancarne è un guaio:
chissene del casino e del carnaio

(la città, dico,
non sol la piazza:
l'urbe lumosa che il cor mi sollazza)

Da troppo tempo
erone assente
l'assenza quasi prendea la patente*.

Forse i ricordi
non sono tersi,
forse ho veduto quartieri diversi;

ma sembra d'esser
in altra città
rispetto a quella in cui venni di già;

come più posti
che insiem non stanno,
come tre luoghi che un non ne fanno.

Ma è un'impressione
che non è vera:
la stessa, sai?, che mi fa Pontedera.


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* "Mancavo da quasi 18 anni".